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Archivio mensile:giugno 2014

Nuoto e Disabilità: benefici fisiologici, relazionali, affettivi e sociali

Posted on 21 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in Attività sportive, Tutte le categorie 64 Commenti

Il nuoto rappresenta uno sport “completo”. Mentre nuotiamo attiviamo contemporaneamente un gran numero di muscoli e di fasce muscolari; è importante sottolineare l’importanza che riveste questo sport non soltanto sul corpo. Molti sono gli elementi che lo rendono uno “sport speciale” primo fra tutti, la cornice nella quale si inserisce e che lo caratterizza: l’acqua.

L’acqua, utilizzata in maniera corretta, può rappresentare la fonte per il raggiungimento del benessere psicofisico.

Galleggiare, lasciandosi cullare dalle onde e facendosi sorreggere dall’acqua, permette al corpo di raggiungere il rilassamento muscolare.

Secondo il principio di Archimede, un corpo immerso in acqua riceve una spinta verticale dal basso verso l’alto. Partendo da questo assunto possiamo affermare che: “L’acqua ci sostiene in modo naturale”.

Essa, essendo molto più densa dell’aria, facilita i movimenti, perché il peso del corpo immerso in acqua è alleggerito.

In acqua ci sembra di diventare leggeri e di riappropriarci di tutte le sensazioni che il nostro corpo ci invia.

L’acqua permette di mantenere e recuperare il benessere psicofisico, riportando il soggetto ad una condizione di originaria fusione e promuovendo il passaggio dalla fusione alla differenziazione. L’acqua è portatrice di una forte ambivalenza. E’ contemporaneamente “pacificatrice, piacevole, rilassante, chiara, limpida”, ma anche “oscura, minacciosa, profonda, violenta”. L’acqua porta con sé una ricchezza naturale. L’esperienza che si può fare immersi nell’acqua è un’esperienza di tipo “globale”sollecitando non solo la sfera psicologica, ma anche quella sensoriale, motoria, cognitiva, sociale. Queste ricchezza di elementi rende l’ambiente acquatico particolarmente favorevole allo svolgimento di attività ludiche e riabilitative anche con i bambini disabili.

L’ambiente acquatico è sicuramente molto indicato nello svolgimento di un’attività motoria in varie tipologie di disabilità, sia quando quest’attività è effettuata ai fini di un generico mantenimento delle funzioni motorie, ovvero prevalentemente nel recupero e condizionamento dell’apparato locomotore e cardiovascolare, sia quando è intesa come completamento e supporto a fini espressamente terapeutici.

In caso di paraplegia, oltre ai benefici fisiologici , l’acqua offre a queste persone la possibilità di movimento, permettendo loro di acquistare autonomia. Il soggetto può infatti imparare a spostarsi in acqua e a nuotare da solo. Le persone affette da spasticità ottengono benefici soprattutto grazie al rilassamento muscolare dovuto al massaggio dell’acqua, quindi riescono a compiere gesti a loro impossibili fuori e con maggiore ampiezza di movimento. I movimenti bruschi sono frenati e la densità dell’acqua offre sostegno al corpo.

Per coloro che sono affetti da distrofia muscolare, ma anche da atrofia muscolare, il sostegno dell’acqua permette maggiori possibilità di movimento. Il nuoto inoltre rappresenta anche un’occasione di svago e, a volte, di affermazione sociale, come dimostrano molti esempi alle paraolimpiadi.
Le persone non vedenti in acqua riescono a sviluppare maggiormente la loro capacità di orientamento. L’acqua permette loro di stimolare maggiormente i propriocettori e i recettori tattili di tutto il corpo. La piscina rappresenta per loro un ambiente circoscritto. L’acqua attutisce ogni tipo di colpo. E’ questo un ambiente per loro più favorevole in quanto devono tenere sotto controllo un numero più limitato di fattori spaziali. I bambini non vedenti dalla nascita in acqua possono recuperare numerose esperienze motorie, basilari per il normale sviluppo dell’intelligenza, ed hanno stimoli significativi verso l’autonomia.

Il nuoto risulta essere molto adatto anche per i non udenti. In piscina il canale che prevale maggiormente è la comunicazione non verbale. L’istruttore, infatti, normalmente dà poche indicazioni orali e tende maggiormente a mimare gli esercizi.
Negli ultimi anni, grande successo sta riscuotendo l’utilizzo del nuoto con ragazzi autistici o con disturbi generalizzati dello sviluppo. Con questi soggetti l’acqua 
facilita il mantenimento dell’attenzione condivisa e congiunta, offre intense stimolazioni sensoriali; facilita la gestione degli aspetti emotivi offrendo contenimento emotivo; facilita la gestione dei disturbi comportamentali (aggressività, stereotipie); aumenta il contatto oculare; favorisce l’integrazione sociale; stimola il desiderio di esplorazione; promuove l’accrescimento dell’autostima, quando viene conquistata l’autonomia di movimento in acqua; stimola le capacità di coordinamento motorio.

E’ partendo da queste considerazioni che è nata la Terapia Multisistemica in Acqua (TMA) di Giovanni Caputo, Giovanni Ippolito e Paolo Maietta.

La TMA, frutto di più di sedici anni di esperienza, è una terapia adatta a bambini con autismo, disturbi pervasivi dello sviluppo e altre patologie della relazione.

La Terapia Multisistemica in acqua (TMA) è una terapia che utilizza un elemento naturale (acqua) all’interno di un ambiente strutturato (piscina pubblica), secondo un modello teorico di riferimento e una metodologia organizzata attraverso fasi, e che si avvale di tecniche cognitive, comportamentali, relazionali e senso-motorie (Caputo G., Ippolito G., Maietta P., 2008).

Gli obiettivi terapeutici consistono nel migliorare gli aspetti compromessi e caratterizzanti il disturbo generalizzato dello sviluppo.

Le tecniche natatorie vengono utilizzate come veicolo per raggiungere obiettivi terapeutici ed attuare successivamente anche il fondamentale processo di socializzazione ed integrazione con il gruppo dei pari.

La paura o la gioia di stare in acqua che il bambino sperimenta, vengono usati come “attivatori emozionali e relazionali”, capaci di avviare una primordiale richiesta di sostegno e di accudimento.

Il gioco viene utilizzato come strumento per promuovere la relazione e migliorare la gestione delle emozioni.

Perché “Terapia”? Terapia perché si attua attraverso la pianificazione di un intervento individualizzato e interpersonale, volto a influenzare i disturbi del comportamento con mezzi prettamente psicologici verbali e non verbali, in vista di un obiettivo elaborato.

Perché “Multisistemica”? Multisistemica perché valuta e interviene sui diversi sistemi funzionali del bambino, ossia sul sistema relazionale, cognitivo, comportamentale, emotivo, senso-motorio e motivazionale.

Perché in “Acqua”? In Acqua perché l’acqua è un “attivatore emozionale e relazionale” che spinge il bambino a cercare il primo contatto con il terapeuta. Il bambino, in acqua, istintivamente si aggrappa al terapeuta il quale deve saper trasformare in senso positivo questo “aggrappamento istintivo”, riempiendolo di contenuti e significati relazionali (Caputo G., Ippolito G., Maietta P., 2008).

E’ interessante vedere come il bambino, inizialmente chiuso nel suo mondo, attraverso la TMA e la relazione significativa che instaura con il terapista, inizi a modificare i suoi schemi comportamentali disfunzionali, rompendo la “bolla” che lo circonda e lo isola.

Fonte: autismile.it  a cura della dr.ssa Grazia Maggio psicologa e psicoterapeuta

logolibertasnuovoxsito

Informazioni al 348 5543957

Il Centro Libertas di Parma è da sempre con questi ragazzi. Tutti gli spazi dell’Ente negli impianti natatori comunali sono sempre stati destinati a nuoto terapeutico.  Dai primi di ottobre ai metà giugno infatti ci puoi trovare nei seguenti impianti sportivi:

IMPIANTO NATATORIO CADUTI DI BREMA: PARMA viale Piacenza (20 posti)

  • lunedì dalle 15.00 alle 16.30
  • giovedì dalle 15.00 alle 16.30

IMPIANTO NATATORIO CORAZZA : PARMA via Fratelli Bandiera (15 posti)

  • martedì dalla 18.00 alle 19.30
  • venerdì dalle 16.30 alle 18.00

IMPIANTO NATATORIO FERRARI: PARMA via Zarotto (10 posti)

  • lunedì dalle 20.30 alle 21.15
  • mercoledì dalle 20.30 alle 21.15

Enti di promozione sportiva: a cosa servono e quale scegliere

Posted on 21 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in Tutte le categorie 128 Commenti

Ogni Associazione Sportiva Dilettantistica, per completare l’iter burocratico che le permetterà di godere delle agevolazioni fiscali predisposte dalla Legge, dovrà registrarsi presso un Ente di Promozione Sportiva (o una Federazione Sportiva Nazionale di riferimento): solo così otterrà il certificato necessario per l’obbligatoria iscrizione al registro del CONI (Comitato Olimpico Nazionale Italiano).

Ma quali sono questi Enti?

Innanzitutto bisognerà spendere due parole sul CONI. Si tratta dell’organo sportivo principale tra quelli operanti in Italia, nato con lo scopo di regolamentare, promuovere e gestire le attività sportive del nostro Paese. Al CONI spetta anche il riconoscimento degli Enti di Promozione Sportiva, che per ottenerlo dovranno rispettare una serie di direttive e requisiti dettati, per l’appunto, dal Regolamento degli Enti di Promozione Sportiva. Attualmente, il CONI riconosce 15 Enti di Promozione Sportiva Nazionali ed un Ente di Promozione Sportiva Regionale: vediamoli un po’ più nel dettaglio.

  • A.C.S.I. – Associazione Centri Sportivi Italiani

    Opera nel settore della cultura, dello sport e del tempo libero. È nata nel 1960 a Roma, e nel 1976 è stata riconosciuta dal CONI.

  • A.S.I. – Alleanza Sportiva Italiana

    Associazione che promuove ed organizza attività sportive e competizioni di natura sia ricreativa che formativa. Fondata nel 1994 a Latina, è stata riconosciuta dopo soli pochi mesi dal CONI.

  • A.S.C. – Attività Sportive Confederate

    Ente di Promozione Sportiva con fini assistenziali e di sostegno dei valori dello sport. Aiuta le Associazioni affiliate nella gestione delle attività sportive organizzate.

  • C.N.S. Libertas – Centro Nazionale Sportivo Libertas

    Ente autonomo di promozione sportiva, culturale, turistica, ricreativa, di volontariato per il servizio civile, di formazione professionale, di tutela e di assistenza previdenziale. Nasce nel 1945 per volere dell’allora Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi nell’ambito della ricostruzione del Paese nel Secondo Dopoguerra, e viene riconosciuto dal CONI nel 1976.

  • C.S.E.N. – Centro Sportivo Educativo Nazionale

    Associazione che si occupa di promuovere lo sport ed i suoi valori su tutto il territorio italiano. È stato riconosciuto dal CONI nel 1976.

  • C.U.S.I. – Centro Universitario Sportivo Italiano

    Ente di Promozione Sportiva che si occupa di incoraggiare ed incrementare le attività sportive tra gli studenti universitari italiani: per questo motivo, in ogni città italiana con una o più Università è stato fondato un CUS (Centro Universitario Sportivo) autonomo, che si occupa dello specifico ambito locale. È stato creato nel 1946, e riconosciuto dal CONI nel 1953.

  • M.S.P. Italia – Movimento Sportivo Popolare Italia

    Ente di promozione dello sport, della salute e del volontariato in Italia. Fondato nel 1984, ottiene il riconoscimento da parte del CONI nello stesso anno.

  • U.S. ACLI – Unione Sportiva ACLI

    Associazione di incoraggiamento e predisposizione di attività sportive, motorie e ludiche aperte a tutti, con particolare attenzione verso gli individui fisicamente o socialmente svantaggiati. Promossa dalle ACLI (Associazioni Cristiane Lavoratori Italiani), nasce ufficialmente nel 1963 come organismo autonomo dai Circoli di base, e viene riconosciuta dal CONI nel 1976.

  • A.I.C.S. – Associazione Italiana Cultura Sport

    Nata nel 1962 come Ente di Promozione Sportiva, negli anni ha ampliato il proprio raggio di interesse andando a toccare i settori della cultura, del turismo, dell’ambiente, delle politiche sociali, del Terzo Settore, della protezione civile e della formazione. Si tratta di un’Associazione dai valori derivanti dall’Umanesimo laico.

  • C.S.A.In. – Centri Sportivi Aziendali Industriali

    Creato nel 1954 su iniziativa di Confindustria, si occupa della promozione di attività sportive, culturali, assistenziali e ricreative per il tempo libero.

  • C.S.I. - Centro Sportivo Italiano

    Associazione di stampo cristiano che si occupa di promuovere lo sport a livello nazionale, indirizzando le proprie attività principalmente ai giovani: tra gli scopi dell’Ente vi è infatti la prevenzione delle patologie sociali che colpiscono specialmente le nuove generazioni, come la solitudine o la perdizione. Si tratta della più antica Associazione polisportiva italiana: fondata nel 1944 su iniziativa di Azione Cattolica, già dall’anno successivo collabora col CONI.

  • E.N.D.A.S. – Ente Nazionale Democratico di Azione Sociale

    Associazione fondata nel 1949 e riconosciuta dal CONI nel 1976. Di stampo laico e libertario, organizza attività culturali, educative, assistenziali, sportive, turistiche, ricreative, per la tutela dell’ambiente e di protezione civile, rivolgendosi in maniera particolare ai giovani e ai lavoratori.

  • P.G.S. – Polisportive Giovanili Salesiane

    Promossa dal CNOS (Centro Nazionale Opere Salesiane) e dal CIOFS (Centro Italiano Opere Femminili Salesiane), è un’Associazione di promozione sportiva improntata sugli insegnamenti di don Bosco. Nata nel 1967, è stata riconosciuta dal CONI nel 1979.

  • O.P.E.S. – Organizzazione Per l’Educazione allo Sport

    Ente di Promozione Sportiva che utilizza le attività atletiche e ricreative per trasmettere valori come la socializzazione senza vincoli politici, sociali o di razza, nonché l’impegno e il confronto coi propri limiti; intende porsi come punto di riferimento per le nuove generazioni, aiutandole a superare i problemi legati alla giovinezza.

  • U.I.S.P. – Unione Italiana Sport Per tutti

    Nata nel 1948 come Associazione sportiva vicina al PCI e al PSI, mira a promuovere lo sport in quanto attività aperta a tutti, indipendentemente dalla propria estrazione sociale, età, sesso, nazionalità. Si ispira a principi di solidarietà e rispetto dell’ambiente, e considera lo sport un bene di tutti poiché interessa la salute, la qualità della vita, l’educazione e la socialità di ognuno. È stata riconosciuta dal CONI nel 1974.

  • Sport Padania

    Unico Ente di Promozione Sportiva Regionale finora riconosciuto dal CONI (dal 2004), nasce nel 1998 come Associazione apolitica per la promozione e l’organizzazione di attività e manifestazioni sportive, rivolta in maniera particolare ai giovani.

    Fonte; teamartist.com

libertassporcheunisce

 

La Libertas nel Forum Nazionale del Terzo Settore 

Posted on 18 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in Rassegna Stampa, Tutte le categorie 456 Commenti

La Libertas entra ufficialmente nel Forum Nazionale del Terzo Settore. Il Forum – costituito il 19 giugno 1997 – rappresenta oltre 70 organizzazioni nazionali di secondo e terzo livello (con 94.000 sedi territoriali) che operano nelle aree del volontariato, dell’associazionismo, della cooperazione sociale, della solidarietà internazionale, della finanza etica, del commercio equo e solidale nel nostro Paese.

Il Forum è parte sociale riconosciuta dal Governo e conseguentemente dalle istituzioni. La sua finalità precipua è la valorizzazione delle espressioni relative alla cittadinanza attiva ed alla coesione sociale che si autogestiscono dal basso su tutto il territorio nazionale per migliorare la qualità della vita attraverso percorsi innovativi all’insegna di valori identitari (equità, giustizia sociale, sussidiarietà, sviluppo sostenibile, inclusione, diritti civili, pari opportunità, ecc.). Il Forum svolge un ruolo fondamentale di: a) rappresentanza sociale e politica nei confronti del Governo e delle istituzioni; b) coordinamento e sostegno alle reti interassociative; c) comunicazione di etiche, progetti ed istanze delle realtà organizzate nell’area del Terzo Settore. Sulla base di un’intesa coerente con quella nazionale si sono costituiti 16 Forum Regionali, numerosi Forum Provinciali e Locali cui aderiscono le espressioni plurali della società civile che operano a livello territoriale.

L’elaborazione politica e progettuale si articola nelle consulte nazionali “Volontariato”, “APS”, “Economia Civile”, “Affari Europei ed Internazionali”, “Welfare”, “Cultura, Sviluppo Sostenibile, Sport di Cittadinanza”, “Tavolo Tecnico Legislativo”. Recentemente è stato inviato al Governo un documento sulle linee guida per la riforma del Terzo Settore. Il documento è stato illustrato all’Intergruppo Parlamentare del Terzo Settore alla presenza del Ministro Giuliano Poletti e del Sottosegretario Luigi Bobba.

“La partecipazione della Libertas alla costruzione di un nuovo protagonismo della società civile – ha dichiarato il Presidente Nazionale Luigi Musacchia – conferma il trend di crescita del movimento che integra quotidianamente il volano centrale dello sport per tutti con la pluralità delle nostre proposte sociali, culturali, ambientali sempre più radicate nel territorio.”  

LIBERTAS é... lo sport che unisce!!!

LIBERTAS é… lo sport che unisce!!!

Zumba Fitness: la ricetta salva cuore

Posted on 12 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in Esercizio Fisico 186 Commenti

OGNI hanno in Italia sono circa 100mila le persone colpite da infarto miocardico, meglio conosciuto come sindrome coronarica acuta, 20mila quelle che soffrono di angina instabile, circa un milione e mezzo quelle che vivono con angina cronica stabile e 30mila quelle che subiscono un’operazione alle valvole cardiache. Un esercito di malati di cuore che farebbe bene a iscriversi a un corso di fitness aerobico, come per esempio Zumba, la ginnastica con musica importata dal sud america che ormai appassiona 15 milioni di persone nel mondo. I benefici di questa danza aerobica per il sistema cardiocircolatorio sono infatti conclamati che Zumba, presente in questi giorni al festival del fitness Rimini Wellness, ha avviato una collaborazione con “Per il Tuo cuore”, fondazione onlus di Anmco, associazione nazionale medici cardiologi ospedalieri, per spiegare ai visitatori che ballare a ritmo di salsa non fa solo dimagrire ma aiuta anche a combattere le patologie cardiache più diffuse (angina e infarto). «I fattori di rischio che condizionano la patologia aterosclerotica coronarica – spiega Michele Gulizia, presidente designato Anmco – sono fumo, ipertensione, diabete mellito, elevati valori di colesterolo e sedentarietà, tutti reversibili grazie ad uno stile di vita corretto.

La sedentarietà, spesso dovuta a pigrizia, sta diventando un enorme problema di massa nel mondo occidentale e condiziona sfavorevolmente diverse patologie, da quelle cardiache all’osteoporosi e alla depressione, fino alle neoplasie della mammella e del colon ». Tutte le attività che contribuiscono a far muovere la popolazione, maschile e femminile, giovane e anziana, sono dunque un toccasana per contrastare questa “epidemia”. «L’attività aerobica – spiega Pier Luigi Temporelli, consigliere della Fondazione per il Tuo cuore Onlus, che con Zumba quest’anno ha dato il via alla campagna, da poco conclusa, della Settimana Contro la Pigrizia – viene considerata un “farmaco cardiovascolare” in grado di esercitare sul cuore e sulla circolazione effetti benefici. La ginnastica non deve essere percepita come un obbligo ma come un piacere, e questa danza è una forma di allenamento mascherato, come il giardinaggio e le passeggiate al parco con il cane». «Una delle mission della Fondazione – spiega il presidente Attilio Maseri – è promuovere e stimolare stili di vita corretti, tra i quali un ruolo di assoluto rilievo è costituito dalla regolare attività fisica aerobica». L’Ace Fitness Research, ente indipendente che ha confrontato l’efficacia di varie discipline fitness, ha realizzato un’indagine per il programma Zumba e, sul fronte dell’allenamento cardiovascolare, è risultato che una lezione fatta a intensità media consente di mantenere un battito cardiaco attorno all’80% della potenza massima, ideale per l’allenamento del cuore (le linee guida consigliano di mantenere il battito tra 64% – 94%), e consente di bruciare più calorie rispetto a cardio kickboxing, step aerobico, ballo e power yoga. «Spesso le persone si sentano frustrate se le coreografie o gli esercizi fisici sono intricati e complicati – spiega John Porcary della University of Wisconsin- La Crosse’s Department of Exercise and Sport Science, che ha condotto lo studio Ace – mentre Zumba lascia spazio all’interpretazione personale, non si viene giudicati per l’esecuzione».

fonte: repubblica.it di SARA FICOCELLI

Classe di Zumba® Fitness

Le bevande ideali per gli sportivi

Posted on 11 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in Alimentazione, Tutte le categorie 7 Commenti

La foto (celeberrima) che ritrae Coppi e Bartali mentre si passano la borraccia piena di semplice acqua? Preistoria. Oggi la bevanda tipo dello sportivo – professionista, dilettante o “della domenica” che sia – è l’integratore di sali minerali. Peccato solo che troppo spesso questi liquidi vengano assunti senza troppo fare caso a cosa c’è scritto sulla confezione (ingredienti, controindicazioni…).

Già, bisognerebbe fare molta più attenzione: perché dietro la loro apparenza innocua e anzi attraente, gli integratori potrebbero nascondere sostanze che al nostro organismo non servono. O che, peggio ancora, fanno male.

Ecco allora le tre regole da seguire quando si tratta di avere a che fare con gli integratori:

  • presupposto fondamentale: gli integratori vanno assunti solo quando servono.
  • Quelli ipotonici, per fare un esempio, devono avere sali minerali e vitamine ben diluiti perché un’alta concentrazione potrebbe provocare mal di pancia o diarrea. Meglio quindi chiarirsi le idee con un medico e preferire gli integratori che si acquistano in farmacia, perché danno maggiori garanzie di affidabilità.
  • Ricordate di bere acqua semplice e a temperatura ambiente mezz’ora prima dell’allenamento e poi di continuare durante e dopo. In questo modo lo svuotamento dello stomaco è più rapido e si possono reintegrare meglio i liquidi.Ecco infine una miniguida per conoscere la differenza tra bevande ipotoniche, isotoniche e ipertoniche e scegliere quella più adatta al vostro allenamento.
    1. bevanda ipotonica: è una bevanda a bassa concentrazione di sali minerali, utile per uno sforzo impegnativo (un allenamento in bici o una corsa di almeno un’ora). La bevanda ipotonica assicura un assorbimento rapidissimo di sali e liquidi.
    2. bevanda isotonica: è consigliata durante l’allenamento (la concentrazione di sali è uguale a quella che c’è nel sangue).
    3. bevanda ipertonica: è un integratore ad alta concentrazione di sali minerali e ha anche un alta percentuale di zuccheri, il carburante dei muscoli

Fonte: www.staibene.it Young Woman Drinking Water Outdoors

Junk Food: i 10 peggiori cibi da evitare nelle nostre diete

Posted on 11 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in Alimentazione, Tutte le categorie 8 Commenti

I “cibi spazzatura” o Junk Food,  sono prodotti di bassa qualità, ricchi di conservanti, coloranti e sostanze chimiche: merendine, snack, cibo da fast food, bibite gassate, caramelle e dolciastri vari. Spesso il loro smercio passa per grosse multinazionali e, come visto recentemente, per diventare ancora più appetibili si avvalgono di astute strategie di marketing e comunicazione. Insomma, cibo spazzatura che viene ingerito troppo spesso senza minimamente pensare e ragionare come e quanto possa fare male alla nostra salute e a quella dei bambini, i più attratti da questi prodotti.

Ecco, allora, una singolare classifica (dal meno al più nocivo) di alimenti appartenenti a questa nefasta categoria. Così, d’ora in poi, quando deciderete di farvi male, saprete a cosa state andando incontro.

10° posto =Gelato Confezionato

In ultima posizione troviamo un alimento che è, nel vero senso della parola, sulla bocca di tutti. A chi è che non piace! Spesso, però, nei prodotti confezionati al suo interno si possono trovare grassi transgenici, coloranti, sapori artificiali e moltissime neurotossine che sono note sostanze chimiche dannose per il nostro sistema nervoso. Assicuratevi di comprare gelato solo, realmente, fatto in casa o in modo artigianale.

9° posto =Pop Corn

Un recente studio americano commissionato dal Center for Science in the Public Interest rivela come l’apparente innocuo snack da poltrono sia molto più dannoso di un pranzo al fast food, soprattutto se associato ad una bibita gassata. Questo per via delle tante calorie e della grande quantità di grassi saturi che viene fornita dai pop corn in particolar modo quelli cucinati con il burro, un quantitativo stimato pari a quello che un adulto dovrebbe assumere in tre giorni. Seri diventano quindi i danni per le arterie. Va detto, per correttezza, che tale ricerca è stata condotta negli Stati Uniti dove sia le porzioni che i metodi di preparazione sono rinomatamente più “abbondanti” e con un maggiore quantitativo di grassi rispetto ai chicchi di mais soffiato nostrano. Non va sottovalutato poi il rischio di imbattersi in mais geneticamente modificato (vietato in Italia, ma permesso in altri paesi europei).

8° posto = Pizza Surgelata

Fortunatamente in Italia ci sono ancora tanti forni che fanno questo alimento in maniera corretta e non nociva. Occhio, però, alle pizze surgelate. Se siete consoni a questa abitudine, il consiglio è quello di annullarlo. La farina bianca commerciale è, infatti, veramente dannosa. Equiparabile allo zucchero, può portavi a far ingrassare velocemente: occhio! Meglio tornare alle sane abitudini e prepararvi da voi l’impasto per una fragrante e buonissima Margherita fatta con ingredienti tutti naturali.

7° posto =Patatine fritte

Oltre al fatto che contengono, elevate quantità di grassi e che molto spesso vengono cucinate in olii strautilizzati, le patatine fritte sono anche portatrici di uno dei più potenti agenti cancerogeni: l’acrilamide. A questo nome, infatti, corrisponde una sostanza molto tossica che si forma durante il processo di cottura, a temperature elevate, degli alimenti ricchi di carboidrati, come appunto le patate.

6° posto = Patatine in busta

Hanno gli stessi benefici di quelle fritte (ovvero nessuno!), ma si differenziano in quanto l’acrilamide presente è in percentuale nettamente maggiore.

5° posto = Salumi e Insaccati

Secondo una ricerca pubblicata dalla rivista Circulation, il consumo quotidiano di salumi, come la pancetta, può aumentare il rischio di malattie cardiache del 42% e il diabete del 19%. Oltretutto, uno studio condotto presso la Columbia University sulle abitudini legate alla prima colazione degni americani ha, addirittura, affermato che mangiare pancetta con un minimo di 14 volte al mese danneggi la funzionalità polmonare aumentando il rischio di unità polmonare. In Italia per gli amanti di salame, salsicce, coppa e lonzini, che vengono consumati soprattutto come antipasti, aperitivi e spuntini pomeridiani, se proprio non riusciamo a limitarne il consumo, meglio optare per salumi più magri come prosciutto o bresaola.

4° posto =Wurstel

Questa volta è  l’università delle Hawai a condurre una ricerca, la quale ha rilevato che un consumo eccessivo di Wurstel o Hot Dog è in grado di aumentare il rischio del tumore al pancreas del 67%. Il nitrito di sodio è, infatti, uno degli ingredienti che si possono trovare al loro interno, una sostanza cancerogena strettamente collegata alla leucemia o al tumore al cervello.

3° posto = Cornetti e dolci da forno fritti

Arriviamo al terzo gradino più basso di questo nocivo e particolare podio. Vi troviamo cornetti e dolci da forno fritti, alimenti comuni di molti italiani durante la prima colazione, anche se non minimamente paragonabili alle famose Dunuts diffusissime nel resto d’Europa e negli Stati Uniti. I grassi contenuti, in questi prodotti, essendo idrogenati, sono estremamente nocivi e causano malattie collegate a cuore e cervello. Se, inoltre, si considera la zucchero e gli additivi alimentari contenuti, la situazione tende decisamente a peggiorare.

2° posto =Bibite analcoliche gassate

Per la medaglia d’argento è il noto alimentarista e scrittore americano a scendere in campo. Parliamo del Dr. Jospeh Mercola che dopo una sua ricerca ha dedotto che una lattina da 33cl di queste bevande contiene circa 10 cucchiaini di zuccheri, 150 calorie, 55mg di caffeina ed è piena di coloranti alimentari artificiali e solfiti. Già questo, quindi, potrebbe bastare a far pensare quanto male possa fare. Vogliamo, però, spingerci oltre: questi drink sono anche estremamente acidi. Questa acidità, infatti, è filtrata con seria difficoltà dai reni contribuendo ad indebolire le ossa. Nel studio del medico statunitense è, inoltre, evidenziato come sia strettamente legata ad osteoporosi, obesità, carie e malattie cardiache.

1° posto = Bibite analcoliche gassate dietetiche

Strano, ma vero. Al primo posto troviamo sempre le famose lattine da 33cl nella loro versione priva di zuccheri. Non solo, infatti, queste varianti contengono esattamente tutte le controindicazioni elencate nel punto precedente, ma a peggiorare la situazione ci ha pensato bene l’aspartame. Questo dolcificante artificiale è oggetto, da tempo, di diverse controversie. Secondo diverse ricerche effettuate su scala mondiale sembrerebbe, infatti, legato alle seguenti condizioni di salute: attacchi di ansia, cecità, tumori cerebrali, dolore toracico, depressione, vertigini, epilessia, fatica, mal di testa, emicranie, perdita di udito, palpitazioni cardiache, iperattività, insonnia, dolori artificiali, difficoltà di apprendimento, sindrome premestruale, crampi muscolari, problemi riproduttivi e morbo di Lou Gehrig. Congratulazioni: una medaglia d’oro del male decisamente meritata.

fonte: www.greenme.it  - Alessandro Ribaldi

Junk  Food - Cibo spazzatura

Junk Food – Cibo spazzatura

Esercizio fisico: un nuovo farmaco

Posted on 10 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in Esercizio Fisico, Tutte le categorie 2 Commenti

Per esercizio fisico si intende i movimenti del corpo eseguiti in modo programmato ed intenzionale, l’esercizio fisico ha lo scopo di migliorare la forma fisica e la propria salute. Può comprendere attività come camminare a ritmo sostenuto, andare in bicicletta, fare ginnastica aerobica ed hobby di natura attiva, come il giardinaggio e sport competitivi.

Mentre l’attività fisica comprende tutti i movimenti del corpo che comportano un dispendio energetico. Si tratta principalmente delle attività che svolgiamo quotidianamente, come camminare, andare in bicicletta, salire le scale, fare i lavori di casa e la spesa. L’attività’ fisica non e’ in grado di produrre effetti benefici sulla nostra salute.

I benefici apportati dall’esercizio fisico possono essere sintetizzati in:

  •  diminuzione del grasso corporeo; 
  •  diminuzione delle malattie cardiovascolari; 
  •  diminuzione della pressione arteriosa media; 
  •  diminuzione del colesterolo totale e del colesterolo LDL ed aumento del colesterolo HDL; 
  •  controllo e prevenzione nello sviluppo del diabete mellito; 
  •  diminuzione delle lesioni ortopediche dovute all’osteoporosi; 
  •  miglioramento dello stato psicologico, aumento della tolleranza allo stress ed alla depressione;
  •  diminuzione del rischio di neoplasie; 

Obesità ed esercizio fisico
L’obesità è da considerarsi vera e propria patologia, figlia del suo tempo in quanto figura senza alcun dubbio tra le cosiddette “patologie del benessere”. Si definisce obeso un soggetto il cui eccesso ponderale supera del 20-25% il suo peso ideale o la cui percentuale di grasso corporeo supera il 25% per l’uomo e il 35% per la donna. L’obesità accorcia la vita media, essendo un fattore di rischio per lo sviluppo di importanti patologie come l’ipertensione arteriosa, il diabete mellito tipo II, le malattie cardiovascolari e dell’apparato locomotore. È, infine, nota la relazione tra l’obesità e l’insorgenza delle malattie neoplastiche (tumori). Oltre a modificare la dieta dal punto di vista quantitativo e qualitativo, vi e’ la necessita di aumentare il metabolismo con l’esercizio fisico. La strategia vincente è rappresentato dall’associazione di questi due metodi, che portano effetti più rapidi e soprattutto duraturi. L’esercizio fisico praticato razionalmente, in maniera programmata e con continuità, oltre alla perdita dell’eccesso ponderale, apporta nel tempo degli adattamenti fisiologici molto importanti nella terapia dell’obesità. Bisogna capire che non è utile per il calo ponderale un lavoro breve ad alta intensità, poiché stanca velocemente e non incide efficacemente sulla spesa energetica che risulta ridotta. I substrati energetici utilizzati con un esercizio fisico intenso provengono solo in minima parte dai grassi ed in massima parte dal glicogeno muscolare ed epatico. L’intensità di lavoro da ritenersi ideale per il calo ponderale è all’interno della soglia aerobica.

Malattie cardiovascolari ed esercizio fisico
Le malattie cardiovascolari (cardiopatia ischemica e ictus, ecc….) sono le principali cause di mortalità nei paesi industrializzati. Uno stile di vita attivo ed un esercizio fisico aerobico possono diminuire le probabilità di contrarre una malattia cardiovascolare o addirittura ridurre i decessi dovuti a patologia cardiovascolare. L’esercizio fisico puo’ essere impiegato sia nella prevenzione primaria (prevenire la comparsa di una malattia) sia nella prevenzione secondaria (prevenire le complicanze di una malattia dopo la sua insorgenza). Molti dati epidemiologici confermano che la sedentarietà, ossia la limitazione dell’attività fisica, determina un maggiore rischio di malattie cardiovascolari. E’ stato calcolato che il rischio relativo per morte cardiovascolare è circa 5 volte superiore nei soggetti inattivi rispetto a quelli che svolgono un regolare esercizio fisico. Il training fisico controllato e adattato al paziente dopo l’evento acuto (prevenzione secondaria), permette di determinare una riduzione della mortalità o di nuovi eventi cardiovascolari di circa il 20-25%. L’esercizio fisico praticato con regolarità e costanza determina: riduzione della frequenza cardiaca e della pressione arteriosa sia riposo sia da sforzo; riduzione della richiesta miocardica di ossigeno; miglioramento della contrattilità miocardica.

Ipertensione arteriosa essenziale ed esercizio fisico
Per ipertensione arteriosa essenziale si intende valori di pressione arteriosa sistolica ≥ 140 mm Hg e pressione arteriosa diastolica ≥ 90 mm Hg, tuttavia valori di pressione arteriosa sistolica compresa tra i 130 e 139 e pressione arteriosa diastolica compresa tra 85 e 89 si considerano valori pressori tendenzialmente elevati. Si e’ dimostrato che un esercizio fisico regolare (bici, nuoto, jogging, marcia, ginnastica o le loro combinazioni) è in grado di ridurre i livelli di pressione a riposo in maniera significativa; per quanto riguarda la pressione arteriosa sistolica vi e’ una riduzione media di circa 8-10 mm Hg mentre per la pressione arteriosa diastolica vi e’ una diminuzione media di circa 7-8 mm Hg. L’esercizio fisico ha anche un effetto ipotensivo a breve termine, in particolare, dopo aver eseguito un esercizio di tipo
aerobico di 30-45 minuti, la pressione rimane più bassa (< 5-8 mmHg) per circa 13 ore. Il soggetto che assume farmaci antiipertensivi (ACE-inibitori, bloccanti del recettore II dell’angiotensina, bloccanti del canale del calcio, beta-bloccanti) puo’ eseguire regolarmente l’esercizio fisico in quanto gli effetti positivi dell’esercizio e dei farmaci si sommano.

Profilo lipidico ed esercizio fisico
Il colesterolo e’ presente in tutti i tessuti e in maggior quantità nel cervello, nella bile e nel sangue. Il colesterolo non è libero nel sangue, ma è legato a particolari proteine formando strutture complesse dette lipoproteine; il colesterolo totale si divide in: colesterolo VLDL (a bassissima densità), LDL (a
bassa densità) e HDL (ad alta densità). Le lipoproteine a bassa densità (LDL) liberano il colesterolo sulla parete dei vasi (formando la placca ateromatosa); viceversa le lipoproteine ad alta densità (HDL) svolgono la funzione opposta, rimuovendo il colesterolo dalle arterie e riportandolo al fegato. I valori desiderabili sono: colesterolo totale ≤ 200 mg/dl, il colesterolo LDL < 130 mg/dl (nella prevenzione primaria) oppure < 100 mg/dl (nella prevenzione secondaria), il colesterolo HDL deve essere > 40
mg/dl. L’esercizio fisico provoca generalmente un calo del colesterolo totale e della frazione LDL. L’esercizio fisico aerobico aumenta la frazione di colesterolo HDL, rappresentando uno dei pochi metodi in grado di aumentare il colesterolo HDL.

Diabete mellito ed esercizio fisico
Il diabete mellito è una malattia sempre più diffusa: attualmente colpisce circa il 3% della popolazione generale e il 10% o più degli anziani, con 4 milioni di morti ogni anno. E’ una malattia del metabolismo caratterizzato da un difetto di secrezione e/o di azione dell’insulina e alla presenza di iperglicemia. Puo’ provocare complicanze croniche a livello di vari organi, in particolare occhi, rene, nervi, cuore, cervello e vasi sanguigni. Esistono due forme di diabete mellito: diabete mellito tipo I vi e’ un difetto assoluto di formazione e secrezione di insulina conseguente alla distruzione delle cellule beta del pancreas; diabete mellito tipo II difetto di secrezione di insulina associato ad insulino-resistenza. Valori di glicemia ≥126 mg/dl a digiuno sono indicativi di diabete mellito, valori normali di glicemia a digiuno sono ≤110 mg/dl,
mentre valori tra 111 e 125 si parla di intolleranza glucidica. L’esercizio fisico, specie se aerobico, è parte integrante del piano di trattamento del soggetto affetto da
diabete mellito. Un esercizio di intensità aerobico porta al miglioramento generale dei parametri di controllo metabolico, non solo per l’aumento della sensibilita’ all’insulina da parte dei tessuti ma anche per un aumentato flusso ematico ai tessuti insulino-sensibili, maggiore proporzione di fibre muscolari di tipo I che sono più sensibili all’azione dell’insulina rispetto alle fibre di tipo II, riduzione del grasso totale ed in particolare di quello addominale “insulino-resistente”.

Osteoporosi ed esercizio fisico
L’esercizio fisico regolare è un cardine dei programmi d’intervento nella gestione dell’osteoporosi: aumenta la massa ossea sia in soggetti con densità ossea normale che osteopenica e osteoporotica, si riduce il consumo di analgesici, migliora la qualità della vita, aumenta l’abilità funzionale nelle attività della vita quotidiana. L’esercizio fisico è in grado di agire positivamente sui principali fattori di rischio dell’osteoporosi, diminuendo significativamente il rischio di fratture.

Depressione ed esercizio fisico
L’umore melanconico è il sintomo principale della depressione, ma la depressione può essere una reazione normale oppure uno stato patologico. La differenza tra “il sentirsi depressi” e la malattia consiste che gli individui malati non riescono a sottrarsi da soli dallo stato in cui si trovano ed anzi la loro depressione tende ad aggravarsi impedendo loro di condurre una vita normale. Possiamo avere due forme di depressione: reattiva (determinate da fattori fisici o emotive, tipo malattia, lutto) e endogena (non associate a eventi particolari). L’esercizio fisico cura la depressione provocando: aumento dell’endorfine, riduzione del livello di cortisolo nel sangue, aumenta i livelli di serotonina, miglioramento della vita sociale (si affronta la vita con piu’ ottiminismo e fa crescere il livello di autostima).

Neoplasie ed esercizio fisico
Apparentemente l’esercizio fisico diminuisce le probabilità di contrarre alcune forme di neoplasie, per esempio, riduce del 40-50% il rischio di sviluppare il cancro al colon o al retto. L’attività fisica potrebbe anche influire su altri tipi di cancro ma si stanno ancora raccogliendo evidenze in questo campo.

Criteri per l’esercizio fisico
Nella scelta di una attività fisica bisogna tenere in considerazione il grado di efficacia, la praticabilità e il divertimento.

  • Frequenza: Fare l’esercizio fisico la maggior parte dei giorni della settimana (almeno 3 giorni alla settimana).
  • Intensità: L’esercizio fisico deve essere eseguito all’interno della soglia aerobica. Per soglia aerobica si intende il 60 e il 70% della propria frequenza cardiaca massima (la frequenza cardiaca massima si calcola: 220 – l’eta’; per un paziente di 30 anni la frequenza cardiaca massima e’ 190 (220-30) battiti/minuto, la soglia aerobica e’ tra 115 e 135 battiti/minuto).
  • Durata: almeno 30-60 minuti di esercizio fisico complessiva al giorno. Ai sedentari il medico potrebbe consigliare di iniziare a camminare, e i giorni successivi si potrebbe aggiungere altri 5 minuti, fino a migliorare le vostre capacità fisiche.

Prima di eseguire qualsiasi esercizio fisico e’ meglio sottoporsi a visita medica generale e/o specialistica. La prescrizione degli esercizi deve essere adeguata alle esigenze specifiche. Il medico monitorerà e valuterà i progressi del paziente.

Fonte: Dott. Carmine Pizzi, Dott. Palmerino Taraborrelli, Dott. Franco Rucci 1 meeting Fitness & Benessere

piramideeserciziofisico

 

 

Weppa® il nuovo percorso verso il benessere

Posted on 10 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in Attività sportive, Tutte le categorie 7 Commenti

Cosa è il percorso Weppa®? E’ la serie di attività istituzionali che uno dei nostri affiliati,  l’Associazione Sportiva Dilettantistica Dance & Fitness di Parma, propone ai suoi associati. Attività fisica con formats accuratamente selezionati e riadattati, eventi culturali, gite etc. etc per raggiungere 5 facili obiettivi:

  • Conoscere persone nuove
  • Migliorare l’umore
  • Scaricare lo stress
  • Divertirsi 
  • Bruciare calorie

Un percorso per tutti e alla portata di tutti che consente di ritornare a “muoversi” in sicurezza seguiti da professionisti del settore.

Weppa® ritrova il piacere di fare attività fisica con il sorriso!!!

maggiori info su www.weppa.it o telefonicamente al 338 3372511 / 348 5543957

A.S.D. DANCE & FITNESS 

Sede operativa di San Pancrazio Parmense  via Magani 14/4

PERCORSO WEPPA

Il percorso Weppa® dell’A.S.D. Dance & Fitness di Parma

Nuovo logo CONI

Posted on 7 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in News Affiliati, Tutte le categorie 20 Commenti

Il CONI ha trasmesso il nuovo logo che gli Enti di promozione sportiva sono autorizzati ad utilizzare. Invitiamo tutti nostri affiliati a recepire la comunicazione e ad utilizzare SOLO ed ESCLUSIVAMENTE il logo sottostante. Grazie

Logo CONI per Enti Promozione Sportiva

Logo CONI per Enti Promozione Sportiva

Il MET e il dispendio energetico

Posted on 7 giugno 2014 by Staff Libertas Parma Posted in Esercizio Fisico, Tutte le categorie 2 Commenti

Nel corso di un allenamento, quante volte vi è palesato il dubbio, o la semplice curiosità, di sapere quante calorie stavate consumando? Certamente molto spesso e, altrettanto spesso, si ricorre a una stima sommaria dell’impegno energetico, magari seguendo i dati indicati dalle moderne macchine per il cardiofitness che, sul loro display, indicano in tempo reale le calorie consumate, oppure consultando delle tabelle che riportano per ciascuna disciplina sportiva il consumo calorico per ogni ora di pratica.
La cattiva notizia è che questo genere di calcolo è spesso errato, e può essere anche molto distante rispetto al reale consumo energetico. La buona notizia è che procedere a un calcolo più preciso è molto semplice se si conosce l’impegno in termini di METs richiesto dalla disciplina che si sta praticando. Per ciascun lavoro, infatti, e non solo per le attività sportive in senso stretto, è possibile individuare uno specifico controvalore in MET mediante il quale ricavare il consumo energetico individuale.

Come si calcola il MET
Il calcolo è molto semplice poiché ciascun MET (o Equivalente Metabolico) corrisponde ad 1Kcal per Kg di peso corporeo, per ciascuna ora di attività svolta. Conoscendo l’impegno in METs della propria disciplina (vedi la tabella) basta applicare la formula che segue per conoscere le calorie utilizzate:

Consumo calorico = METs x Kg x h

Ad esempio, ipotizzando di fare yoga per un’ora, da parte di una persona il cui peso corporeo è pari a 70Kg, il calcolo sarà 4 x 70 x 1 = 280Kcal. Naturalmente se il tempo dedicato all’attività è maggiore (o minore) basterà applicare la frazione corretta. Sempre secondo tale esempio mezz’ora di yoga comporterà un consumo pari a 280/2 = 140 Kcal.
L’impiego del MET non si limita a questi semplici per quanto interessanti parametri, ma consente di conoscere non solo ulteriori informazioni, come ad esempio l’ossigeno necessario, ma anche di valutare se il volume settimanale di attività fisica svolto rientra nei parametri raccomandati dall’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) per ottenere i migliori risultati anche in termini di prevenzione per la propria salute. Ma procediamo per gradi.
Per conoscere la richiesta di ossigeno basta sapere che ciascun MET equivale all’impiego di 3,5ml di O2 per Kg di peso corporeo, per ciascun minuto di attività. Così il soggetto preso in esame sino ad ora avrà bisogno per la sua ora di Yoga di 14ml x 70Kg = 980 ml di ossigeno in più per ciascun minuto di attività svolta. Questo dato non è importante solo per chi si occupa in modo professionale di attività sportiva, ma anche per tutti i semplici appassionati. Infatti quando talvolta si legge di nuove fantastiche attività fisiche capaci di far bruciare migliaia di calorie per ciascuna ora, basta fare un calcolo al contrario (Kcal/Kg/h) per capire a quanti METs corrisponde l’attività proposta. Ad esempio, se vi promettono che con un dato allenamento “brucerete” 1000K cal l’ora, questo significa un impegno di oltre 14 METs nell’ipotesi di un soggetto del peso di 70Kg (1000Kcal/70Kg/1h = 14,2 METs). Peccato che, per poterlo gestire, sarebbe necessario restare in soglia aerobica utilizzando quasi 3,5 litri di ossigeno in più ogni minuto. Valori difficili da sostenere per un’ora di seguito perfino da un atleta, figurarsi da un soggetto che intende perdere peso e che magari è stato a lungo sedentario, caratteristiche che possono rendere difficoltoso restare in un range aerobico già con attività che superano il valore di 4/5 MEts.

Altri vantaggi del MET
Questo però non deve scoraggiare, poiché il dimagrimento non dipende solo da quante calorie vengono utilizzate nel corso dell’allenamento ma, soprattutto, da quanto si riesce ad accelerare il proprio metabolismo grazie all’attività prescelta. Non a caso attività come il bodybuilding che hanno un valore in METs relativamente basso se paragonato alla corsa o al ciclismo, permettono invece di aumentare in modo molto significativo il proprio metabolismo, risultando un ottimo strumento per chi intende perdere peso in termini di massa grassa.
Ritornando al METs, il suo impiego è utile anche per comprendere se l’attività fisica svolta è adeguata e sufficiente non solo al fine di ottenere un beneficio di natura estetica, come il dimagrimento o il rimodellamento corporeo, ma anche in ottica preventiva, visto che i benefici dell’allenamento non si limitano all’immagine riflessa in uno specchio. Come accennato, l’OMS raccomanda di svolgere attività fisiche che comportino un impegno settimanale minimo compreso fra i 450 e i 700 METs totali, naturalmente le ore necessarie per raggiungere questa soglia minima di attività dipenderanno dal tipo di attività svolta e dal peso del soggetto, e rappresentano un obiettivo facilmente raggiungibile da chiunque.

Cosa fare se non si dispone di una tabella di riferimento che comprenda la propria attività sportiva? Anche in questo caso c’è una soluzione, poiché, almeno per le discipline aerobiche, convenzionalmente le attività vengono ritenute a “intensità moderata” se richiedono un impegno da 3 a 6 MET e vengono affrontante con un una frequenza cardiaca compresa fra il 40% e il 60% della FCM (frequenza cardiaca massima calcolabile sottraendo a 220 la propria età), e “intense” se portano le pulsazioni cardiache al di sopra del 60% della FCM, quindi con impegni maggiori a 6 MET. Tenendo presente questo semplice legame fra MET e FC sarà sempre possibile fare almeno un calcolo approssimativo riguardo il dispendio energetico. Non resta che cominciare ad allenarsi!

Fonte: www.lapalestra.net Pierluigi De Pascalis

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